Fuori salone e fuori contratto

A Milano, nel mezzo dell’evento mondiale del design e del mobile, i lavoratori del settore protestano: aumenti salariali ridicoli a fronte di inflazione galoppante e fatturati in crescita. A fronte di 135 euro di aumento salariale richiesti le imprese del comparto propongono 63 euro. Una proposta che comporta una perdita del potere di acquisto del 53% mentre i fatturati sono volati di circa il 30% nell’arco degli ultimi due anni

Sciopero del legno per il rinnovo del contratto nazionale, manifestazione a Milano durante il Salone del Mobile

A Milano, nel mezzo dell’evento mondiale del design e del mobile, i lavoratori del settore protestano: aumenti salariali ridicoli a fronte di inflazione galoppante e fatturati in crescita. A fronte di 135 euro di aumento salariale richiesti le imprese del comparto propongono 63 euro. Una proposta che comporta una perdita del potere di acquisto del 53% mentre i fatturati sono volati di circa il 30% nell’arco degli ultimi due anni 

Uno sciopero unitario nel mezzo dell’evento mondiale del design e del mobile. I lavoratori che costruiscono quei mobili dai prezzi stellari hanno manifestato assediando la Fiera di Milano per rivendicare un rinnovo del contratto che non arriva. 

A fronte di aumento di circa 135 euro l’offerta delle imprese del settore è stata di appena 63 euro al mese. Uno schiaffo, visti i prezzi che girano viene proposto dalle imprese una perdita del potere di acquisto di quasi il 53% rispetto a quanto necessario dopo lo tsunami dell’inflazione speculativa

Si parla di salari che in media tra i 298mila addetti non raggiungono i 1300 euro, si parla di 68mila imprese che a colpi di aumenti hanno visto crescere il loro fatturato di circa il 30 40 per cento in due anni, arrivando alla cifra stratosferica di 56,5 miliardi di euro.

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