I contratti collettivi nazionali di lavoro in attesa di rinnovo a fine dicembre 2022 scendono a 26 e coinvolgono ancora circa 6,1 milioni di dipendenti, il 49,6%. E’ quanto rende noto ISTAT, secondo cui alla fine di dicembre 2022, i 47 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 50,4% dei dipendenti – circa 6,2 milioni – e corrispondono al 51,2% del monte retributivo complessivo.
Sempre secondo Istat, nel 2022, l’intensa stagione contrattuale ha portato al recepimento di 33 contratti collettivi e la crescita delle retribuzioni contrattuali è stata, nella media dell’anno, pari a +1,1%.
Ma davanti alla stagione di fortissimi aumenti dei prezzi risulta che il divario tra la dinamica dei prezzi – misurata dall’IPCA – e quella delle retribuzioni contrattuali è salito a 7,6 punti percentuali, raggiungendo il valore più elevato dal 2001, primo anno di diffusione dell’indicatore dei prezzi armonizzato a livello europeo (in passato il valore massimo era stato raggiunto nel 2012 ed era pari a 1,8 punti percentuali).
