I cittadini stranieri residenti in Lombardia contribuiscono all’aumento del Pil regionale ma lavorano in condizioni penalizzanti. La retribuzione media di un cittadino straniero è di 1.179 euro rispetto ai 1.530 euro di un lavoratore italiano (circa il 23% in meno). Per quanto riguarda i sovraistruiti, la quota tra i lavoratori stranieri è del 30,5% rispetto al 21,7% degli italiani, mentre i lavoratori stranieri sottoccupati sono il 7,1% del totale rispetto all’1,9% dei lavoratori italiani. La condizione lavorativa è penalizzata anche dal fatto che ai fini del rinnovo del permesso di soggiorno, per la richiesta di cittadinanza o per i ricongiungimenti famigliari, occorre dimostrare in tutti i casi di avere un reddito congruo. Questo costringe l’immigrato a svolgere comunque, e a qualunque condizione, un’attività lavorativa anche se pesante e malpagata. Gli occupati totali sono 577.207 (il 12,9% del totale, il 60% sono uomini, il 40% donne), il tasso di disoccupazione è pari al 10,2% (a fronte del 4,9% fra gli italiani). Il settore occupazionale in cui si concentrano i lavoratori stranieri è quello dei servizi (65,7%, in particolare lavoro domestico e commercio), con a seguire l’industria (32,2%, con spiccata presenza nell’edilizia). Ma gli stranieri sono anche imprenditori. Le imprese guidate da un cittadino nato all’estero sono 118.848 (fine 2019), in crescita dell’1,5% rispetto all’anno precedente.
I dati regionali e nazionali, raccolti nel Dossier Statistico Immigrazione 2020, sono stati presentati oggi in videoconferenza dal centro ricerche Idos, in collaborazione con Cgil Lombardia, Cisl Milano Metropoli e Uil Milano Lombardia.
Gli stranieri residenti in Lombardia, al 31/12/19, sono 1.206.023, pari a circa il 12% della popolazione totale. La maggior parte si concentra nell’area metropolitana milanese (40,5%), con a seguire le province di Brescia (13,1%) e Bergamo (10,2%). La comunità più rappresentata è quella rumena (14,9%), quindi vengono marocchini (7,9%), egiziani (7,7%), albanesi (7,6%) e cinesi (5,9%).