Sanità in Lombardia. I sindacati: “Cambiamo la legge regionale”

Diretta web unitaria di Cgil, Cisl e Uil regionali per ribadire la necessità di modificare le norme regionali del settore che hanno mostrato tutti i loro limiti durante la pandemia

Nella foto: Giulio Gallera, Attilio Fontana

“La pandemia ha evidenziato le debolezze del nostro sistema sociosanitario, rendendoci più consapevoli dell’importanza di un servizio sanitario universalistico e pubblico e del fatto che la spesa sanitaria, dopo anni di razionamenti e di definanziamento, debba considerarsi un investimento per il benessere di tutti e di ciascuno”.

Così Cgil, Cisl e Uil Lombardia nella diretta web di questa mattina hanno ribadito il documento di proposte per la riforma della legge regionale di riordino del 2015, oggi al centro dell’evento in streaming “La cura della sanità lombarda comincia dal territorio. Cambiamo la legge regionale sul sistema sociosanitario in Lombardia”, cui hanno partecipato il professor Giuseppe Remuzzi, direttore scientifico Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Walter Ricciardi, docente di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, Emanuele Monti, presidente III Commissione Consiglio Regione Lombardia, Fabio Pizzul, presidente Gruppo Pd Consiglio Regione Lombardia e Marco Fumagalli, consigliere regionale M5S Regione Lombardia.

In questi mesi di pandemia, sostengono Cgil, Cisl e Uil Lombardia, il “sistema salute lombardo” si è dimostrato carente soprattutto sul fronte della sanità di territorio e dell’assistenza di prossimità.

Questo non è dipeso solo da un difetto d’attuazione del mandato legislativo, ma dall’impianto stesso della legge di riordino del 2015, che perciò va modificato. Non a caso i sindacati hanno sottolineato durante il dibattito come sia necessario riordinare la governance del SSL, riorganizzare la sanità territoriale,  sviluppare la continuità di cura ospedale-territorio e la presa in carico, innovare modelli organizzativi e di servizio in ambito sociosanitario per una maggiore appropriatezza e qualità dell’assistenza.

Senza dimenticare che il rapporto pubblico/privato dovrà essere rivisto in direzione di un riequilibrio a favore delle strutture pubbliche.

“E’ necessaria una riforma della legge per rafforzare la medicina territoriale, e l’assistenza di prossimità – hanno sottolineato questa mattina Monica Vangi, Pierluigi Rancati e Ciro Capuano, segretari regionali Cgil, Cisl e Uil Lombardia -. Dobbiamo farlo costituendo un assessorato unico, che integri le politiche sanitarie, socio sanitarie e sociali a prevalente impatto socio-sanitario (comprese le politiche per la disabilità), potenziando il ruolo dei distretti, affinché riorganizzino i servizi sul territorio, garantendo il collegamento tra epidemiologia e prevenzione sanitaria, presa in carico e appropriatezza delle cure nel posto e nel momento giusti, spostando l’asse assistenziale dall’ospedale al territorio, valorizzando il ruolo dei Comuni”.

Presupposto irrinunciabile per un’efficace riforma della sanità lombarda, hanno ricordato Vangi, Rancati e Capuano, è che “sulla riforma della legge di riordino la politica regionale ascolti le istanze del territorio e si confronti con le organizzazioni sindacali”.

Scarica qui la proposta integrale di CGL, CISL e UIL 

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