Il dumping dei contratti nazionali pirata

In Italia ci sono oltre 930 contratti nazionali di lavoro per le più disparate categorie. Gli accordi nazionali “alternativi” a quelli siglati dai sindacati confederali, ormai pesano per il 40% del totale. E, guarda caso, sono sempre peggiorativi per i lavoratori coinvolti. Un nodo che riguarda anche le organizzazioni imprenditoriali

Il dumping dei contratti nazionali pirata. In Italia ci sono oltre 930 contratti nazionali di lavoro per le più disparate categorie

 

Il dato è notevole. Ormai i contratti nazionali di lavoro sono arrivati alla stratosferica cifra di 935 contratti nazionali di lavoro, segnando quasi una triplicazione negli ultimi 10 anni. A scorrere l’elenco depositato al Cnel emerge una congerie di sigle sindacali che non sono quelle dei sindacati confederali ma micro sigle spesso quasi sconosciute.
Il bello è che però su questi 935 contratti nazionali quelli approvati da sigle “improvvisate” pesano ormai per il 40% del totale. Un nodo che non riguarda solo il sindacato ma anche le associazioni delle imprese, a loro volta rappresentate da altrettante sigle a dir poco minoritarie.

Sono i cosiddetti contratti pirata, non solo sottoscritti da sigle sconosciute per entrambe le parti ma anche regolarmente peggiorativi per le condizioni di lavoro che vengono stabilite, sia sul fronte salariale che su quello dei diritti.

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