Cara Energia. L’economia corre, ma i costi energetici alle stelle stanno costringendo le aziende a fermare la produzione. Dopo il vetro e la carta ora anche le acciaierie chiudono una parte degli impianti e mettono in cassa integrazione gli operai
L’industria italiana corre veloce con un costo molto alto.
E anche se l’Unione Europea ha rivisto le stime del PIL italiano al ribasso ipotizzando il 3,8% per il 2022 il risultato è comunque sempre positivo. Ma nonostante il balzo in avanti è arrivata una prima doccia fredda: il rincaro delle materie prima.
Un problema a cui ha fatto seguito il caro energia che rischia di mettere in ginocchio imprese e lavoratori. Aziende del vetro, della carta e ora l’ultimo caso con le acciaierie Lucchini di Lovere (BS) chiudono una parte della produzione per i costi energetici elevati e ricorrono alla cassa integrazione. Senza dimenticare che il 31 marzo si esce dall’emergenza covid e con essa la possibilità di licenziare diventa realtà.
Davanti a questa crisi annunciata le parti sociali chiedono un intervento risolutivo per la salvaguardia del lavoro così come raccontano il segretario generale Uil Metalmeccanici Lombardia Vittorio Sarti, il delegato Uil Monza e Brianza Francesco Caruso e il segretario generale metalmeccanici di Bergamo e Cremona Emilio Lollio.