“Bisogna pensare a un nuovo modello di sviluppo, le tesi del rigore a tutti i costi sono state fallimentari nel tempo, pensare che si costruisca il futuro del lavoro continuando a tagliare i diritti è una strada sbagliata. Disegniamo una nuova idea di Paese, noi siamo pronti”, sottolinea Mario Bailo, segretario generale della Uil di Brescia.
“In un momento di straordinaria emergenza sanitaria e in condizioni di grande criticità, milioni di lavoratori, con grande senso di responsabilità, dedizione e professionalità hanno garantito i servizi essenziali e la funzionalità complessiva dell’Italia – aggiunge Bailo -. Un atto straordinario che merita il giusto riconoscimento, la corta memoria dei grandi Soloni non può più essere accettata. Basta con “Angeli” ed “Eroi”, bisogna rinnovare i contratti di lavoro, pubblici e privati, con un cospicuo riconoscimento salariale: è una priorità e una risposta concreta”.
La Uil esprime alcune perplessità sulle “scelte del governo, compiute senza alcun confronto – incalza Bailo -. L’allargamento previsto dello smart-working o meglio definito emergenza/home working nella Pubblica Amministrazione, è superficiale, senza regole, né criteri di scelta. Non ci sono ragionamenti sui servizi da erogare, neppure sui diritti due lavoratori, serve una contrattazione collettiva. Bisogna ragionare sulle risorse del Recovery Fund, come e dove verrano investite: bisogna puntare su infrastrutture materiali e immateriali, nuove tecnologie verdi e ambiente.
I fondi del Mes vanno presi subito per dare dignità alla sanità che, negli ultimi anni, ha subìto solo tagli. Non bisogna dimenticare il tema delle pensioni. La lotta all’evasione fiscale non deve uscire dall’agenda politica”.
Sono diverse le sfide da affrontare “in un momento difficile per il Paese, che deve puntare sul rilancio delle imprese, dei consumi e dell’occupazione – conclude il segretario generale bresciano -. La Uil è pronta ad affrontarle, auspicando dalle controparti la stessa disponibilità. E vogliamo ribadire al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che non è lui a decidere se e quando si sciopera”.