La situazione aeroportuale Lombarda con la seconda ondata di epidemia appare preoccupante, nonostante SEA e SACBO introducano metodi e strumenti all’avanguardia per accertare e garantire lo stato di salute dei passeggeri.
Da una parte le regole di protezione internazionale e nazionale, dall’altra la legittima paura di essere contagiati, hanno pressochè azzerato il traffico aereo. Nei piazzali degli aeroporti si vedono numerosi aerei, ma la quasi totalità sono fermi nelle piazzole di parcheggio e non si sa fino a quando. Nelle aerostazioni i pochi passeggeri sono stranieri, in Italia per lavoro, che rientrano nei loro Paesi originari, passando in altri scali europei che hanno collegamenti con i rispettivi Paesi.
“Se dovessimo parlare in termini percentuali – sottolinea Liviano Zocchi Segretario Uil Trasporti con delega al trasporto aereo -, facendo una media degli scali lombardi, ci attesteremmo ad un impatto del 70 – 75% del traffico passeggeri in meno. La percentuale rispetto al numero dei voli è leggermente migliore ma comunque si attesta al 60/65% del numero complessivo. Anche il settore merci seppur in attività, a fronte dell’aumento dell’e-commerce e dell’importazione ed esportazione di strumenti di protezione epidemia, ha subito seppur in misura diversa sui diversi aeroporti di Malpensa, Linate, Bergamo e Brescia una diminuzione complessiva”.
La ripercussione sui Lavoratori è altrettanto devastante. Tutte le aziende operanti negli aeroporti hanno fatto ricorso agli strumenti offerti dalla Legislazione italiana ed ai decreti Legge emanati a fronte della epidemia, vi è pertanto una miriade di forme diverse a tutela dell’occupazione, tutte con scadenze diverse e qualcuna con ultima scadenza a marzo 2021.
“La tutela dei lavoratori con il divieto di licenziamento fino a marzo 2021 – commenta il Segretario Generale Uil Trasporti Lombardia Antonio Albrizio – è chiaramente una garanzia temporanea che ci permetterà di avere prospettive più chiare senza aver distrutto il tessuto occupazionale. Al momento non è possibile prevedere quando si tornerà ai livelli di traffico pre-covid e questo è un altro grande problema che dovrà essere affrontato con aziende e Istituzioni e per il quale stiamo già elaborando iniziative”.
“Non è accettabile – conclude Albrizio – che, In questo contesto di crisi, si continuino a proporre offerte di lavoro a tariffe sempre più basse, soprattutto nel settore dell’handling, spostando contratti da un azienda all’altra e creando ulteriori ricadute negative in capo ai lavoratori. Gli aeroporti lombardi, considerati un fiore all’occhiello del sistema aeroportuale italiano, registrano un grande ritardo in materia di tutela dell’occupazione territoriale, vedi il principio delle limitazioni e delle clausole di salvaguardia occupazionale, principio già adottato in ITALIA da altri aeroporti meno strategici”