La DAD assolta o condannata?

Improvvisazione, leggerezza. Ma anche qualche vantaggio. Linda di Cesare, insegnante e delegata UIL Scuola Lombardia, racconta e analizza questi difficili mesi di Didattica A Distanza

Su questo tema interviene Linda di Cesare, insegnante e rappresentente sindacale Uil Scuola Lombardia.

Importantissimo, infatti, questa direzione, è l’analisi degli aspetti sia negativi che positivi che potrebbero essere efficaci per il prosieguo dell’emergenza ma anche in prospettiva di una didattica innovativa per il futuro evitando l’ improvvisazione senza una formazione adeguata dei docenti.

<<Dalla sospensioni delle lezioni in presenza –  sottolinea Linda Di Cesaresi sono osservate tante improvvisazioni, come in una sorta di fai-da-te con poca considerazione per i tempi di attenzione degli alunni, scarso coinvolgimento sociale, violazione della privacy, poca attenzione ai risvolti psicologici, perdita per strada degli alunni più deboli. E di contro la DAD ha fatto emergere maggiormente le problematiche della didattica in presenza. Un esempio su tutti? Alcuni docenti continuano a inondare le teste degli alunni con nozioni che si potrebbero anche diffondere con dei video già esistenti senza noiosi monologhi sugli argomenti proposti. Perché un alunno dovrebbe collegarsi per ascoltare un soliloquio del docente per ore? Questi docenti lo facevano già in presenza e non era una didattica vincente, ancor più inefficace con la DAD. Così come è fondamentale avere adeguati device, idonea connessione e condizioni familiari ideali>>

Il disagio sociale

Più complessa la situazione su come risolvere con la DAD il disagio sociale. Lo scoglio più grosso che l’emergenza sta mettendo a nudo. Perché, ad esempio, la DAD ha avvantaggiato alcuni alunni con difficoltà di relazione consentendo risultati migliori senza un’ansia da prestazione. E proprio la scuola di oggi, deve intervenire non più attraverso le nozioni, ma sulle competenze che probabilmente possono anche aiutare a rimuovere i disagi sociali.

<<Per superare queste difficoltà – continua Di Cesaresarebbe utile ragionare sulla formazione docente. Con l’avvento di internet la figura del docente non è più l’unica fonte del sapere, ma diventa un personal trainer che da stimoli agli alunni. Il docente che interagiva con gli alunni in classe avrà la sensibilità per farlo anche a distanza Bisogna lasciar fare ai ragazzi per farli sentire protagonisti, dagli alunni si impara e ogni essere umano ha capacità e competenze innate>>.

Si devono evitare altri tipi di problemi come la troppa esposizione ai video sia per alunni e sia per docenti. Le ore in DAD devono essere inferiori a quelle in presenza, forse 4 ore di connessione ed intervallati da pause sia per l’attenzione e sia per i rischi della vista.

<< Resta il problema della socializzazione con la DAD –  conclude l’insegnante -.  La situazione epidemiologica ci costringe a usare ed abusare dello schermo, ma i ragazzi hanno bisogno di relazionarsi per la loro crescita. Critica è la situazione in termini di aggressività: non ci sono molti spazi familiari, complessa la gestione dei conflitti, conseguenza di un’esclusiva esposizione al video senza interazione che potrebbe danneggiare il sistema nervoso con rischio di danni permanenti>>

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